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Per Aspera Ad Veritatem n.25
Sicurezza delle forniture idriche e terrorismo

Renato Drusiani - L’Acqua n. 4/2002



La Rivista L’acqua è una pubblicazione di grande pregio, pubblicata con cadenza bimestrale dall’Associazione Idrotecnica Italiana. Nel quarto numero del 2002 Renato Drusiani, Direttore di Federgasacqua Italia e componente del Comitato di redazione della stessa Rivista, ha pubblicato un interessante lavoro, molto documentato, circa la sicurezza delle forniture idriche di fronte alla minaccia terroristica.
Come tutti sanno gli eventi dell’undici settembre hanno amplificato la sensibilità collettiva rispetto ad attentati di tipo non convenzionale, tra i quali quelli con uso di agenti CBRN (chimici, batteriologici, radiologici e nucleari).
In più di un’occasione si è temuto che l’uso di tali agenti potesse essere impiegato per inquinare l’acqua destinata ad usi potabili.
Tale minaccia è stata ed è vissuta come un aspetto particolarmente aberrante dei nuovi conflitti. In realtà, come illustra benissimo Drusiani, il deliberato uso di sostanze chimiche, batteri o tossine, come strumento offensivo nei confronti di truppe e/o popolazione civile percorre gran parte della storia dell’umanità. Se qualche stupore in questo senso può destare la citazione del bacillus antracis in episodi della guerra di Troia, ben note sono invece le vicende dell’uso di aggressivi chimici nella prima guerra mondiale o di altri fattori contaminanti nella guerra del Kossovo.
Sul fronte del terrorismo, a conferma della non infondatezza delle preoccupazioni di oggi, l’Autore ricorda l’attentato del 1995 alla metropolitana di Tokyo mediante gas nervino che, per meri fattori concomitanti, non provocò decine di migliaia di morti, ma solamente dodici vittime e circa 5.000 intossicati.
Ciò posto, si pone il problema di identificare opportune soluzioni che possano migliorare il livello di sicurezza del sistema di distribuzione idrica. Per delineare opportune strategie di intervento, Drusiani si sofferma preliminarmente sull’identificazione del tipo di minaccia e sulla valutazione della sua pericolosità. In tale percorso, opportunamente evidenzia come, soprattutto in relazione a tale tipologia di attacchi terroristici, l’elemento psicologico giochi un ruolo di grande rilevanza. Si vuol dire che gli effetti di credibili minacce o di attacchi simulati possono essere danni molto gravi, tenuto anche conto della risonanza mediatica, se non paragonabili quantomeno assimilabili ad un attacco terroristico reale.
Tuttavia, le statistiche allegate all’interessante lavoro di Drusiani evidenziano una scarsa rilevanza, nella pratica, di tali eventi, compresi quelli minacciati e/o simulati, anche se mettono in luce un preoccupante trend di incremento che, dopo l’undici settembre, ha riguardato anche il nostro Paese.
Esistono, in altri termini, tutte le condizioni per un monitoraggio sempre più attento del sistema.
L’Autore suggerisce il ricorso ai principi di risk management da applicare al tema in questione. In tale contesto, opportunamente sottolinea la necessità di limitare allo stretto indispensabile l’accesso ad informazioni relative alla localizzazione ed al funzionamento delle installazioni idriche, a partire dalle stesse informazioni poste sui siti web delle imprese idriche.
In effetti, non v’è chi non abbia notato come in particolari periodi di allarme le dettagliate informazioni pubblicate sui media circa la possibilità di eventuali attentati costituiscono non di rado quasi vademecum e/o suggerimenti, evidentemente involontari, ma non per questo meno discutibili.
Fortunatamente Drusiani riferisce circa nuovi sistemi di controllo on line posti a disposizione dalla più moderna tecnologia, che possono aumentare la possibilità di controllo tempestivo e quindi garantire un più efficace livello di sicurezza.
È evidente, e non sfugge all’Autore, che la questione richiede non solo specifici investimenti, ma anche coordinamento di diverse strutture, tra le quali in primo luogo quelle deputate alla sicurezza, alla protezione civile, alla salute, nonché il sistema delle imprese, secondo un’ottica preventiva che tenga alta la vigilanza, nonostante la circostanza che fatti gravi non si siano sinora verificati possa indurre una pericola sottovalutazione dei trend in atto.



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